ROMA - TEATRO CENTRALE PRENESTE - 30 GENNAIO-3 FEBBRAIO 2024

Come ogni volta trascriviamo qui alcuni commenti che ci hanno colpito tra le tante cose che ci dite alla fine dello spettacolo. 

Questo momento di scambio è parte integrante della serata e ogni volta ci arricchisce e ci stupisce.

      © Fondazione Musica per Roma - Pasqualini/MUSA
 
A me una cosa che ha colpito molto all'inizio è stata proprio la bellezza di... mi avete ricordato tantissimo l'infanzia. Io ho una sorella, quindi ho le foto di me e mia sorella nude nella vasca e questa cosa bella del corpo. Vedervi che che ballate, che fate ridere fa riacquistare la bellezza della vita, come esseri umani. E cioè che il corpo è comico, che il corpo è unico, che il corpo fa ridere il corpo. E invece, e questo è un problema sociale di tutti, dell'uomo e della donna, abbiamo tutti questi corpi che devono dimostrare qualcosa. Vedere questa cosa bella di come siamo fatti... quando avete ballato insieme, è una roba proprio infantile di ode alla vita. Stupenda, ecco.

Io volevo condividere una cosa sul fatto di essere tutte donne. Mentre ero fuori che aspettavo era buffo, cioè era strano vedere arrivare soltanto donne e cercavo di cogliere cosa ci fosse di diverso. Non mi sono sentita in colpa a sorridere. La cosa è che ci ho fatto caso, no? È che arrivavano persone e mi sentivo parte di qualcosa di condiviso... Sappiamo un po', chi conosce Silvia, chi conosce un po' quello che fa... Sai che stai andando a vedere un qualcosa di particolare, che sai che ti metterà in dubbio, che ti smuoverà. E quindi vedere degli sguardi così... Arrivavamo tutte un po' coraggiose. Ti incontravi e c'era quel sorriso, c'era una rilassatezza e una frenesia. E poi man mano che arrivavamo saliva sempre di più il volume perché chiacchieriamo. E non mi sono sentita in colpa (che è un mio senso di colpa) di sorridere a una persona sconosciuta. Con un uomo io mi sento in colpa e invece questa sera, il fatto che arrivassero persone e che potessimo incontrarci e condividere qualcosa o semplicemente ricambiare un sorriso per goderci un incontro, non mi sono sentita in colpa affatto, è stato molto bello sentire questa rilassatezza, ecco.
 
A me ha toccato talmente tanto che è la seconda volta. Sono già venuta in auditorium. Mi sono sentita così bene quando sono uscita fuori, non lo so, una sensazione che non riesco nemmeno a descrivere, una sensazione di sorellanza, di intimità, di liberazione, di libertà… e questa volta è stata altrettanto emozionante, sconvolgente, veramente emozionante.
 
A me è piaciuto così tanto all’Auditorium che ho portato le mie sorelle.
Io ho portato mia figlia.

Io mi sento di ringraziarvi perché secondo me ci avete restituito il fatto che la nudità fra di noi non ha nulla di strano anzi è proprio una fonte di gioia incredibile, vederci così diverse così belle.

Io vi ringrazio per l’onestà, l’ho trovato veramente uno spettacolo tanto onesto e sincero. La meraviglia della diversità, tanti corpi così diversi e siamo tutte stupende.

Familiarità.

Sì familiarità. Quindi grazie per avercelo fatto vedere in un modo così giocoso. 

Grazie da morire. Faccio fatica a parlare perché ho pianto non si sa quanto. All’inizio quando vi ho visto parlare così libere, ho capito in quell’istante che regalo mi stavate facendo, cioè liberarsi esattamente da questo, dall’interiorizzazione che abbiamo di questi modelli che dobbiamo per forza seguire. Comunque tutte, soprattutto nel mestiere di attrici, dobbiamo essere, diciamo, a quel livello, dobbiamo essere giovani, fighe… cosa che non ha alcun senso, soprattutto nel mondo di oggi. E’ bellissimo anche come c’avete regalato il fatto di parlare di femminismo, sentirci femministe ma di non essere ancora in grado di mettere in pratica tutto questo. Io stessa che mi reputo femminista, nella mia vita di tutti i giorni combatto con me stessa per riuscire morso dopo morso a raggiungere una libertà. Perché anche cose che sembrano scontate non lo sono mai. E grazie per il riferimento anche alle altre donne e al sentirsi in colpa verso altre donne, che è una cosa che sento molto.

Per me è stata molto importante la fase dei sensi di colpa, ma credo che sia stata importante la fase della rabbia subito dopo perché spesso noi prendiamo addosso carichi che non sono nostri e non vediamo proprio il confine… e invece la verità è che noi siamo proprio incazzate.

Per me è stato una specie di rito collettivo molto intimo molto forte e mi piacerebbe che tutto questo non ce lo scordassimo fuori.  

Io vi ringrazio di aver creato una comunità. Ho 26 anni e spesso mi trovo in difficoltà con le altre donne nel sentirmi parte di un gruppo e condividere questi problemi.  

Io ho sentito la sorellanza che ci manca tanto. Noi siamo forti ma unite lo siamo ancora di più. Io avrei voluto dire tanti sensi di colpa ma non ho avuto il coraggio. Mi sento in colpa perché mi sono innamorata dell’uomo sbagliato. Mia madre ha scelto male, mia nonna ha scelto male e anch’io ho scelto male. Mi sento in colpa perché mia figlia va due volte a settimana dallo psicologo e le ho fatto vivere lo stesso incubo a 7 anni. Ora ne sono uscita fuori ma il mio senso di colpa più forte riguarda la paura che le mie figlie facciano un domani la stessa scelta. Spero che non succeda. Il senso di colpa più grande è aver fatto vivere mia figlia nella violenza. 

Io vorrei dire una cosa. Avevo un sacco di dubbi all'inizio, anche perché mi sembrava.... comunque,  non sapevo cosa aspettarmi. Adesso invece, stare solo donne insieme in un posto ha creato una sensazione che forse non avevo mai provato. Come veramente, adesso magari faccio un esempio un po' così, come lo spogliatoio all'ennesima potenza.

Dopo un po' si crea come un'energia totalmente diversa dal pubblico normale, quindi grazie!

Io non l'avevo percepita finché non siamo scese giù a ballare. Invece poi mi sono ritrovata in una situazione super potente, sono ancora un po' sopraffatta dall'emozione. Mi sono sentita... come dire: tutte le donne del mondo qui adesso. È stato fortissimo.

Mi sono sentita meno giudicata.

È la seconda volta che vedo questo spettacolo, mia madre l'ha visto tipo tre volte, ero venuta anche all'auditorium, ora ho portato tutte le mie amiche. Sempre sopraffatta da mille cose. Ora ballando tipo c'ho avuto anche il coraggio che mi sono tolta pure la maglietta perché mi sono sentita accolta da voi. Ho 14 anni, ho portato tutte le mie amiche.

Avete portato una forza, una speranza. La cosa meravigliosa che siamo noi quando ci liberiamo.

Io sono venuta stasera qui da sola perché ieri sera sono venute le amiche, parenti... e volevo talmente tanto venire che sono proprio venuta da sola, non mi fregava niente. Vi volevo rimandare a parte quel senso di non essermi mai sentita da sola, stasera è stato molto bello e ora piangerò sicuramente. Una cosa che mi ha colpito molto è stata quando tu ti sei messa i lacci sulla pancia perché io ho fatto la guerra al mio corpo per più o meno quarant'anni, è quindi.... è stato diciamo terapeutico, catartico, quindi mi sono resa conto guardandovi, però in particolar modo te per la pancia, di quanta guerra io mi sia fatta in tutto questo tempo, quindi per me è proprio stato un viaggio, è stato bellissimo, veramente.

Io mi sento arrabbiata col mondo, perennemente, tutti i giorni, vorrei che tante cose cambiassero e vorrei avere la forza di cambiare, e vedere voi sul palco aver fatto fare qualcosa del genere, aver portato un cambiamento, qualcosa che... non un cambiamento che possa nell'immediato cambiare la sociteà, perché sappiamo che è un percorso enorme, lunghissimo. Però adesso tutte assieme questo tarlo è entrato e mi sono sentita sia arrabbiata che fortissima perché vi ho visto forti e ho visto un corpo che si staccava dall'idea di femminile, che si staccava dall' oggettificazione, che si staccava dalle tette, dal culo, da qualsiasi cosa: era un corpo. Era il camminare ore e ore lungo una strada, al Colosseo, dove volete voi, però un camminare un incedere verso qualcosa che fa andare avanti molte persone e ci fa andare avanti tutte senza demordere mai, quindi grazie.


 

 

 

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