TORINO - TEATRO ASTRA - 13 FEBBRAIO 2024

Come ogni volta trascriviamo qui alcuni commenti che ci hanno colpito tra le tante cose che ci diciamo alla fine dello spettacolo. Questo momento di scambio è parte integrante della serata e ogni volta ci arricchisce e ci stupisce.

Super emozionante e anche liberatorio e sicuramente è vero quello che dicevi prima, che se ci fossero stati i maschi non sarebbe stata la stessa cosa.

Io mi sono sentita in uno spazio sicuro. Accolta. Infatti grazie.

C’era una sorellanza no?! Proprio una sensazione potente, come se ci facesse sentire più potenti quando siamo qui. E tutte le paure, le cose che viviamo normalmente quando si crea questa comunione di donne non ci sono più e ci si sente più forti.

Io mi sono accorta che per il vostro esservi svelate, così anche nella nudità, un gesto di fiducia reciproca, mi sono accorta di conoscervi da una vita, cioè mi sembrate super familiari.

Io ho fatto esperienza del fatto che un’altra narrazione su dei corpi non normati dal patriarcato è possibile, ed è possibile partire da noi e quindi vi ringrazio di questa bellissima possibilità. E comunque per me i maschi devono stare fuori.

Io ho sentito il forte desiderio di sentirmi salva e forte come mi son sentita qui, fuori da qui. Spero di riuscire a tenerlo.

Sicuramente siete catartiche cioè nel senso che attraverso la vostra liberazione quella che mostrate qua, siete sicuramente contagiose. Ti senti più libera, ti senti che “ ah allora si può fare”

Io mi sono resa conto con gioia a un certo punto di non starmi paragonando a voi. Perché spesso quando stiamo di fronte a un’altra donna diciamo sempre: “ ah lei ha più tette di me, più culo di me, non ha il naso storto” e questa cosa stavolta non mi è successa.

Si secondo me, non so, io vivo degli spazi politici che sono autonomi e quindi c’è proprio una teoria dell’avanguardia delle donne e quindi quella roba di non paragonarsi ad altre donne e a non stare in competizione nasce quando si crea una comunità di persone che riescono ad uscire da un’ottica patriarcale tale per cui le donne devono stare sempre una contro l’altra ed è una guerra, invece se noi ci viviamo la comunità come persone che portano avanti degli ideali che cercano di decostruire il patriarcato, secondo me si crea quella roba per cui siamo veramente tutte sorelle, siamo in uno spazio sicuro e credo che se ci fosse stata anche solo una presenza maschile non si sarebbe creata questa condizione.

É anche veramente molto difficile decostruire nel senso che per quanto una possa acquisire la coscienza femminista, io tipo il senso di sorellanza ce l’ho, però poi riuscire a togliersi queste cose che abbiamo introiettato è quasi impossibile, cioè ci ricaschi quasi automaticamente, devi fare sempre uno sforzo in più e soprattutto sui dei temi molto profondi.

Posso farvi una domanda? Intanto sono molto contenta perché grazie alla mia amica sono qui stasera anche con mia figlia di 15 anni e penso che abbia visto alla sua età una cosa meravigliosa come quella che ci avete regalato stasera. Mi sono chiesta quanto e se vi siete preparate allo spettacolo e soprattutto alla nudità sul palcoscenico e come è stato per voi. A me ha fatto l’effetto di notarlo all’inizio e di non notarlo alla fine. Non lo sentivo più, non lo notavo più, questa cosa è stata molto importante per me. E quindi mi sono chiesta se è stato necessario per voi e se questa cosa ve la siete portata fuori nella vita.

Ecco la sensazione che mi rimane adesso è di interezza. Ecco una persona intera, una donna intera che cos’è. Così siamo intere, poi possiamo vestirci ma… l’interezza che si associa all’accettazione. Il superamento. Io accetto la mia fragilità, il mio difetto.

Vedere mia figlia come vedo voi oggi, a me simile, libera, ecco è quello che auspico a tutte.

Io volevo dire che ho trovato molto forte l’aspetto emotivo che questa operazione ha suscitato in me. Vi giuro che questa è veramente la prima volta dopo tanto tempo che penso che non sia stato solo un piacere intellettuale come spesso succede ma proprio emotivamente ho sperimentato una serie di cose diversificate che andavano dalla commozione alla rabbia alla tenerezza, perché c’è qualche aspetto della femminilità che avete portato alla luce che fa tenerezza a me come donna e poi c’è gioia, riso e quindi trovo che sia molto interessante la modalità che fa breccia nell’emotività. Che non è scontato. Quindi io vi ringrazio per questo.

Io ho sentito che per una volta ho potuto avere io un corpo femminile perché di solito lo escludo. Mi  mette davanti a un muro il fatto che io abbia questo corpo. Vedendo anche i vostri corpi ho detto ok, io posso provare le stesse cose, nel senso che molto spesso la mia mente è proprio staccata dal mio corpo e quindi il fatto che voi vi siate svelate mi ha fatto pensare che posso esserlo anche io.

A me è sembrata come una possibilità. Perché questa faccenda di alzare le mani ripetutamente per i sensi di colpa, mi ha fatto pensare che potremmo provare tornando a casa a non aderire più a tutti questi sensi di colpa. In realtà è come se a casa andasse una voce diversa. Secondo me è come se ci fosse un senso di responsabilità ora, perché voglio andare a casa e non aderire più. Mi son confessata. Adesso basta.

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